19-01-2022
Secondo il recente Pharmaceutical Supply Chain Vision Study, presentato da Zebra Technologies, i pazienti hanno poca fiducia nella supply chain farmaceutica: in particolare, il 43% teme un maggior rischio di malattie e/o morti a causa di farmaci contaminati o alterati. L'efficacia e la sicurezza dei medicinali sono oggi in cima alle preoccupazioni dei pazienti: tre su quattro, infatti, dichiarano di essere abbastanza o molto preoccupati in merito all’efficacia dei farmaci nel trattare la loro condizione o malattia. Inoltre, sette pazienti su dieci sottolineano la paura di ricevere:
una dose errata a causa di errori di etichettatura (con l’eventuale danno che ne consegue);
medicine illegali, contaminate, alterate, scadute o contraffatte;
farmaci che sono stati movimentati/conservati impropriamente durante il trasporto e che potrebbero essere danneggiati o avere una minor efficacia.
una dose errata a causa di errori di etichettatura (con l’eventuale danno che ne consegue);
medicine illegali, contaminate, alterate, scadute o contraffatte;
farmaci che sono stati movimentati/conservati impropriamente durante il trasporto e che potrebbero essere danneggiati o avere una minor efficacia.
I pazienti sanno che una supply chain compromessa mette a rischio la qualità e l'efficacia dei farmaci, per questo vorrebbero maggiori garanzie di autenticità e sicurezza. Nove intervistati su dieci ritengono che sia abbastanza o molto importante poter verificare che un farmaco non sia contraffatto o manomesso nonché avere conferma che i farmaci sensibili alla temperatura siano stati gestiti entro i limiti prescritti.
Le persone intervistate si aspettano inoltre che le case farmaceutiche dichiarino come i farmaci siano stati prodotti/maneggiati (81%) e trasportati/conservati (82%). L'80% afferma, poi, che è importante verificare l’origine dei componenti dei farmaci, compreso il Paese d'origine e vuole rassicurazioni sugli standard locali. Non ultimo, il 79% degli intervistati vorrebbe farmaci da fonti sostenibili e la conferma che il produttore stia adottando tecniche per proteggere l'ambiente, il benessere degli animali, le comunità locali e la salute pubblica.
Le persone intervistate si aspettano inoltre che le case farmaceutiche dichiarino come i farmaci siano stati prodotti/maneggiati (81%) e trasportati/conservati (82%). L'80% afferma, poi, che è importante verificare l’origine dei componenti dei farmaci, compreso il Paese d'origine e vuole rassicurazioni sugli standard locali. Non ultimo, il 79% degli intervistati vorrebbe farmaci da fonti sostenibili e la conferma che il produttore stia adottando tecniche per proteggere l'ambiente, il benessere degli animali, le comunità locali e la salute pubblica.
«Queste richieste dei pazienti – in continua evoluzione – saranno certamente un campanello d'allarme per i leader dell'industria farmaceutica che, per anni, si sono concentrati principalmente sul rispetto degli standard normativi» commenta John Wirthlin, Industry Principal, Manufacturing, Transportation and Logistics, Zebra Technologies. «Produttori, agenzie governative, farmacie e operatori sanitari devono lavorare insieme per conquistare la fiducia dei consumatori nella supply chain».
In generale, dallo studio emerge che l'industria farmaceutica deve concentrarsi di più per dimostrare che i bisogni dei pazienti sono prioritari. Ciò è indispensabile per guadagnare la fiducia e la fedeltà dei consumatori su larga scala.
In generale, dallo studio emerge che l'industria farmaceutica deve concentrarsi di più per dimostrare che i bisogni dei pazienti sono prioritari. Ciò è indispensabile per guadagnare la fiducia e la fedeltà dei consumatori su larga scala.
I pazienti richiedono maggior trasparenza e senso di responsabilità
Più di otto pazienti su dieci concordano sul fatto che il governo/gli organi di controllo e le aziende farmaceutiche debbano collaborare sinergicamente per proteggere i pazienti e garantire che i farmaci che vengono dispensati siano sicuri ed efficaci. E più del 40% dei pazienti e dei decision-maker in ambito farmaceutico affermano che i legislatori, le aziende farmaceutiche e i produttori sono i maggiori responsabili della lotta contro i farmaci contraffatti, rubati e contaminati. Eppure, l'onere di implementare protocolli di sicurezza affidabili spetta a coloro che producono, distribuiscono e somministrano i farmaci, con gli ospedali che si accollano il peso maggiore della responsabilità agli occhi del 57% dei pazienti.
«In un mondo perfetto, i farmaci potenzialmente dannosi non dovrebbero essere una preoccupazione di farmacie, ospedali, e altre organizzazioni che li prescrivono», ha aggiunto Wirthlin. «Questo è il motivo per cui la direttiva sui medicinali falsificati è ora in pieno vigore nell'Unione Europea (in Italia entrerà in vigore nel 2025), e la Food and Drug Administration richiede che i sistemi di tracciamento dei prodotti entrino in vigore entro il 2023 negli Stati Uniti come parte del Drug Supply Chain Safety Act».
La maggior parte dei decision-maker del settore farmaceutico (84%) ritiene di essere pronta a conformarsi ai requisiti di tracciabilità e trasparenza. Tre quarti confermano di aver già implementato la tecnologia dei servizi di localizzazione o di avere in programma di farlo nel prossimo anno – una strategia che migliorerebbe i flussi operativi della produzione e la tracciabilità dei farmaci, ridurrebbe le differenze inventariali e le manomissioni, e offrirebbe ai pazienti la visibilità e le informazioni che desiderano.
Più di otto pazienti su dieci concordano sul fatto che il governo/gli organi di controllo e le aziende farmaceutiche debbano collaborare sinergicamente per proteggere i pazienti e garantire che i farmaci che vengono dispensati siano sicuri ed efficaci. E più del 40% dei pazienti e dei decision-maker in ambito farmaceutico affermano che i legislatori, le aziende farmaceutiche e i produttori sono i maggiori responsabili della lotta contro i farmaci contraffatti, rubati e contaminati. Eppure, l'onere di implementare protocolli di sicurezza affidabili spetta a coloro che producono, distribuiscono e somministrano i farmaci, con gli ospedali che si accollano il peso maggiore della responsabilità agli occhi del 57% dei pazienti.
«In un mondo perfetto, i farmaci potenzialmente dannosi non dovrebbero essere una preoccupazione di farmacie, ospedali, e altre organizzazioni che li prescrivono», ha aggiunto Wirthlin. «Questo è il motivo per cui la direttiva sui medicinali falsificati è ora in pieno vigore nell'Unione Europea (in Italia entrerà in vigore nel 2025), e la Food and Drug Administration richiede che i sistemi di tracciamento dei prodotti entrino in vigore entro il 2023 negli Stati Uniti come parte del Drug Supply Chain Safety Act».
La maggior parte dei decision-maker del settore farmaceutico (84%) ritiene di essere pronta a conformarsi ai requisiti di tracciabilità e trasparenza. Tre quarti confermano di aver già implementato la tecnologia dei servizi di localizzazione o di avere in programma di farlo nel prossimo anno – una strategia che migliorerebbe i flussi operativi della produzione e la tracciabilità dei farmaci, ridurrebbe le differenze inventariali e le manomissioni, e offrirebbe ai pazienti la visibilità e le informazioni che desiderano.
La sfida più grande che i leader del settore stanno affrontando è quella di essere in grado di produrre – e movimentare – una quantità di farmaci adeguata a soddisfare i bisogni dei pazienti. Oltre ai ritardi normativi, i decision-maker del settore sostengono di dover affrontare anche limiti di produzione, problemi di distribuzione e stoccaggio, limiti di capacità di spedizione e ritardi nei trasporti. Ecco perché il 92% prevede di aumentare gli investimenti nella produzione farmaceutica e negli strumenti di monitoraggio della supply chain nel corso del prossimo anno.
Problemi nei punti vendita e non solo
Oltre tre pazienti intervistati su quattro dichiarano di aver avuto in passato problemi nell'acquisto o nell'assunzione di farmaci, con i millennial (82%) che riportano più problemi dei boomer (61%). I millennial non tollerano errori e sono due volte più propensi dei boomer a cambiare farmacia per trovarne una che possa soddisfare le loro esigenze. Inoltre, il 70% di tutti i pazienti ha confermato di aver cambiato medico, farmacia o farmaco in passato a causa di un’esperienza negativa.
Problemi nei punti vendita e non solo
Oltre tre pazienti intervistati su quattro dichiarano di aver avuto in passato problemi nell'acquisto o nell'assunzione di farmaci, con i millennial (82%) che riportano più problemi dei boomer (61%). I millennial non tollerano errori e sono due volte più propensi dei boomer a cambiare farmacia per trovarne una che possa soddisfare le loro esigenze. Inoltre, il 70% di tutti i pazienti ha confermato di aver cambiato medico, farmacia o farmaco in passato a causa di un’esperienza negativa.
Subire un grave effetto collaterale dopo l’assunzione di un farmaco è uno dei cinque maggiori problemi riscontrati dai pazienti, anche se non è il più diffuso:
La maggior parte delle preoccupazioni ricorrenti dei pazienti riguarda l'accessibilità dei farmaci (76%) e la carenza (73%). Tuttavia, sicurezza ed efficacia rimangono fondamentali: secondo l'85% dei pazienti, le farmacie dovrebbero monitorare i farmaci distribuiti, comprese le farmacie per corrispondenza.
Background dello studio e metodologia
Il Pharmaceutical Supply Chain Vision Study di Zebra è stato condotto tra un pubblico globale di oltre 3.500 pazienti e decision-maker del settore farmaceutica al fine di valutare la trasparenza percepita lungo la supply chain, misurarne la responsabilità e la fiducia e identificare le esigenze di miglioramento della visibilità e della trasparenza della stessa. I pazienti sono adulti con problemi di salute che richiedono la prescrizione di farmaci o trattamenti effettuati in farmacia. I decision-maker del settore farmaceutico sono leader di livello executive in organizzazioni sanitarie, manifatturiere, di vendita al dettaglio in farmacia o di trasporto e logistica che gestiscono operazioni nella supply chain farmaceutica o biofarmaceutica. Tutti i dati sono stati raccolti e tabulati dalla società di ricerca terza Azure Knowledge Corporation.
- Il 32% ha avuto necessità di un farmaco non disponibile o esaurito.
- Il 29% ha ricevuto una dose parziale a causa della non disponibilità al momento.
- Il 27% ha trovato lo stesso prodotto ad un prezzo inferiore altrove.
- Il 22% non ha ricevuto il farmaco in tempo.
- Il 21% ha avuto un grave effetto collaterale.
La maggior parte delle preoccupazioni ricorrenti dei pazienti riguarda l'accessibilità dei farmaci (76%) e la carenza (73%). Tuttavia, sicurezza ed efficacia rimangono fondamentali: secondo l'85% dei pazienti, le farmacie dovrebbero monitorare i farmaci distribuiti, comprese le farmacie per corrispondenza.
Background dello studio e metodologia
Il Pharmaceutical Supply Chain Vision Study di Zebra è stato condotto tra un pubblico globale di oltre 3.500 pazienti e decision-maker del settore farmaceutica al fine di valutare la trasparenza percepita lungo la supply chain, misurarne la responsabilità e la fiducia e identificare le esigenze di miglioramento della visibilità e della trasparenza della stessa. I pazienti sono adulti con problemi di salute che richiedono la prescrizione di farmaci o trattamenti effettuati in farmacia. I decision-maker del settore farmaceutico sono leader di livello executive in organizzazioni sanitarie, manifatturiere, di vendita al dettaglio in farmacia o di trasporto e logistica che gestiscono operazioni nella supply chain farmaceutica o biofarmaceutica. Tutti i dati sono stati raccolti e tabulati dalla società di ricerca terza Azure Knowledge Corporation.
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