di Luca Dell’Oca, EMEA Evangelist Veeam Software
I dati sono la linfa vitale della società moderna: ogni cosa ha ormai una presenza digitale e può essere monitorata ed analizzata. In Veeam, siamo convinti che stiamo solo vedendo la punta dell’iceberg di quale contributo i dati possano dare al comparto della sanità. Alcuni segni di questo iceberg sono già ben al di sopra del livello dell’acqua. La wearable technology e l’Internet of Things (IoT) hanno il potere di rivoluzionare l’idea comune di benessere e, dal momento che queste tecnologie si stanno diffondendo con grande rapidità, la disponibilità dei dati è oggi più importante che mai.
L’Internet of Things racchiude delle innovazioni particolarmente adatte ad aprire nuove frontiere nel mondo dell’healthcare. I dispositivi di wearable technology forniscono feedback in tempo reale sulla salute di chi li indossa, e possono perciò diventare uno strumento per mettere in allarme i medici, oltre che le persone stesse, su potenziali rischi legati alla salute prima che diventino problemi seri. Grazie ai device di home scanner, come Scanadu, è possibile eseguire un’autodiagnosi che, in primo luogo, aiuta ad evitare delle visite ospedaliere non strettamente necessarie, e, in secondo, fornisce al medico un quadro clinico più preciso nel caso in cui il paziente debba seguire una cura. Lo stesso processo diagnostico viene notevolmente semplificato dalla possibilità di accedere a un vasto patrimonio di conoscenze mediche grazie a numerosi device e al Cloud. È ormai una pratica comune quella di cercare online i sintomi di una malattia e ipotizzare una prima diagnosi senza rivolgersi a un professionista dell’healthcare.
È possibile utilizzare i dispositivi della wearable technology anche nell’ambito della medicina preventiva, per trovare dei nuovi obiettivi da raggiungere. Gli appassionati di ciclismo, per esempio, possono monitorare con regolarità la frequenza cardiaca e le calorie bruciate. Una volta caricati i dati nel Cloud, diventa possibile fare dei confronti con le statistiche di ciclisti della stessa età e trarre degli stimoli per migliorare le prestazioni sportive e, di conseguenza, i benefici sul piano della salute. Grazie all’uso combinato di applicazioni Cloud e altri dispositivi, gli atleti dilettanti sono in grado di tracciare e registrare online peso, frequenza cardiaca e altre informazioni utili per raggiungere i traguardi prefissati di salute e di forma. Inoltre, prodotti tecnologici come FitBit, o altri di Samsung, Apple e Microsoft, forniscono agli utenti degli obiettivi giornalieri di fitness che consentono di tenere sotto controllo il peso e l’apporto calorico, prevenendo così l’insorgere di gravi problemi di salute quali l’obesità e il diabete. L’importanza del ruolo rivestito dai dispositivi mobili nell’ambito della sanità è in netta crescita. I device dell’Internet of Things, come home scanner, app di healthcare e strumenti per monitorare costantemente i progressi derivanti dalle diete, offrono alle organizzazioni sanitarie un’enorme quantità di dati, di cui una parte deve essere registrata, mentre un’altra, quella legata esclusivamente a situazioni contingenti, può essere eliminata. In molti, se non tutti, settori della medicina è fondamentale conservare le informazioni per tutta la durata della vita della persona e oltre. L’utilizzo dei dati è ormai un requisito imprescindibile nel campo dell’healthcare, con la conseguenza che l’esigenza dell’alta disponibilità di dati non è mai stata così forte.
La ricerca medica richiede un accesso ai dati a lungo termine per identificare dei fenomeni che potrebbero non essere stati evidenti al momento della registrazione delle informazioni. Un CIO di una società di ricerca ci ha raccontato, a proposito dei sistemi di archiviazione, che dati raccolti dieci anni fa potrebbero fornire delle indicazioni su dei trend considerati insignificanti all’epoca, ma oggi rilevanti al punto tale da aiutare a salvare delle vite.
È attraverso le analisi a lungo termine che si possono costruire gli schemi in base ai quali agire. Ad esempio, la mappatura dello spazio è stata determinante per tracciare la diffusione dell’Ebola, permettendo così alle autorità competenti di prendere le giuste decisioni su dove chiudere le frontiere. I dati sono anche stati usati per monitorare le mutazioni e minimizzare l’impatto che esse possono esercitare. È molto sentita l’esigenza di avere un accesso affidabile ai dati. Quando viene calcolato il costo di un downtime, solitamente viene preso in considerazione solo l’aspetto economico.
Per esempio, la durata annuale media di downtime è di 17 ore, distribuite su circa 13 casi di interruzione dei sistemi informatici, che causano alle aziende fino a 10 milioni di dollari di perdite, a cui bisogna aggiungerne altri due a causa dell’impossibilità di recuperare i dati. In un ospedale, invece, disporre o meno dei dati in un momento critico può fare la differenza tra la vita e la morte di molte persone.
È semplicemente inaccettabile essere costretti a misurare il downtime in ore e giorni: visto che la disponibilità dei dati è di primaria importanza, i problemi legati all’interruzione dei sistemi informatici, se accadono, devono durare solo secondi o minuti. Dal momento che l’Internet of Things ha dato avvio a un radicale processo di trasformazione degli oggetti che ci circondano, la quantità e la criticità dei dati sanitari sono destinate ad aumentare. La disponibilità di dati è alla base della salvaguardia della nostra salute e del nostro futuro.