Risale al 1976 l'apertura di una filiale europea per UPS, nella Germania occidentale, attiva inizialmente sulle spedizioni nazionali per poi arrivare, a metà degli anni ottanta, alle spedizioni internazionali via aerea. Un'ampia politica di acquisizioni e una altrettanto profonda azione di riorganizzazione e di armonizzazione del network ha portato UPS all'attuale realtà che vale 45mila dipendenti, oltre 400 siti per oltre 500mila mq di superficie, oltre 14mila veicoli per la distribuzione, 38 aerei in servizio di cui 18 di proprietà, 65 aeroporti serviti e un fatturato che oggi vale la metà di quello del gruppo a livello internazionale. Il duplice incontro organizzato da UPS Italia per celebrare i primi quarant'anni di attività europea ha preso il via a Roermond, il principale magazzino farmaceutico di UPS, con una presentazione a cura dei responsabili comunicazione in Europa e dei dirigenti del sito olandese. Ampliamento degli scambi a livello globale, la crescita dei mercati emergenti, la crescita prepotente dell'e-commerce, l'incremento dei tassi di outsourcing logistico e la necessità di specializzarsi su soluzioni a misura del singolo mercato: queste le principali strategie di sviluppo che UPS vede per il futuro e che intende seguire con le proprie strutture attuali e anche – magari anche in Italia, ma non c'è niente ancora di concreto – guardando alle possibili acquisizioni sul mercato.
Relativamente al settore healthcare, questa è una delle industrie più strategiche e interessanti per UPS. Siamo però in un settore che ha delle caratteristiche molto particolari, non solo perché il cliente finale in realtà è un paziente, ma perché in questa filiera si devono rispettare regole decisamente diverse rispetto a quelle di altri settori. Nuovi tipi di prodotti, più sensibili, per esempio con necessità di temperatura controllata; necessità di rispettare le GDP; la serializzazione dei farmaci e la gestione della filiera dei dati; le tendenze sociodemografiche in termini di invecchiamento della popolazione e aumento delle necessità sanitarie, unite alla diminuzione delle risorse pubbliche che porterà una sempre maggior pressione sui prezzi… sono queste alcune delle dinamiche che caratterizzano il mercato healthcare, che orienteranno un servizio sempre più differenziato e adeguato alla complessità di questo settore. In concreto tre sono gli assi di investimento per UPS nell'healthcare: qualità delle spedizioni, con i servizi Temperature True, ad esempio; la spedizione di pezzi piccoli, quindi con consegne ad hoc presso il reparto, l'ospedale, la persona; e naturalmente la logistica di magazzino con siti al top come caratteristiche di conservazione e sicurezza del prodotto.
Due esempi di soluzioni innovative proposte da UPS in questo settore. La prima, è UPS Proactive Response, un servizio che garantisce per la spedizione e il trasporto le massime condizioni di sicurezza e di vigilanza in modo da evitare qualsiasi possibile ammanco o danno sul prodotto stesso; la seconda, è UPS Temperature True, una spedizione che garantisce temperatura controllata lungo tutta la durata del trasporto grazie a contenitori specifici.
Ma di che cosa c'è veramente bisogno in questo settore? Per capire ancora meglio le esigenze delle aziende UPS conduce ogni anno la ricerca Pain in the Supply Chain, dalla quale trae altre informazioni utili per orientare il servizio. Fra le esigenze maggiormente invocate vi sono la sicurezza dei prodotti, la compliance con i regolamenti, la garanzia di sicurezza dei prodotti contro furti e danni e la capacità di gestire al meglio i flussi logistici e di trasporto. Attiva in sanità dal 2000, UPS ha aperto il primo magazzino healthcare di Roermond nel 2009. Oggi ha cinquanta magazzini farmaceutici nel mondo, gestiti con lo stesso sistema logistico. Il sito di Roermond è stato scelto – come si suol dire per le case – tenendo presente tre aspetti strategici: posizione, posizione e posizione. Fuor dallo scherzo, la sua posizione centrale in Europa ma prossima, in un'ora di strada, al sito aeroportuale UPS di Colonia, è sostanzialmente al centro della “blue banana” e consente di servire al meglio la maggior parte della popolazione europea.
La struttura di Roermond/Venlo è attiva dal 1996, con un magazzino aperto da UPS per altre finalità; è stato poi aggiunto il sito realizzato ex novo, primo in Europa per UPS per la gestione del prodotto farmaceutico. Oggi i magazzini farmaceutici sono tre, su un polo composto da dieci edifici in totale dove lavorano milleduecento persone; l'ultimo dei quali in Louis Pasteurweg, ultimato nel 2015, ventimila mq, GMP/GDP, temperatura controllata, e tutto quanto al meglio. Di particolare c'è sempre il motto di UPS: un servizio dedicato alla sanità, dove l'obiettivo è servire i consumatori e migliorare la vita umana, considerando che ciò che si ha tra le mani non è un semplice pacco ma solo ed esclusivamente il paziente a cui esso è indirizzato.
La visita al magazzino farmaceutico
La visita al magazzino ha avuto come guida Rutger Hug, Director of Healthcare Operations, UPS Netherlands. Il sito ospita sia farmaci che dispositivi medici. La temperatura dell'edificio è gestita da un sistema di building automation, che controlla la temperatura e anche la pressione. L'edificio infatti è leggermente pressurizzato in modo che l'apertura delle porte non comporti un ingresso massiccio di aria dall'esterno. L'inbound dei farmaci è tutto gestito con informazioni che arrivano in anticipo rispetto alla merce. Se il carico è a temperatura controllata si acquisiscono i dati della temperatura dai sensori posti sui veicoli. E se il prodotto è stato esposto ad una temperatura non idonea, viene restituito al produttore.
Lo stoccaggio dei farmaci è su scaffali ad alta densità serviti da trilaterali filoguidati. Sul piano terra invece avviene il picking in modo tradizionale su carrelli spinti a mano, che vengono via via riempiti; il tutto è controllato dal sistema via WMS/RF. Non vi è una grossa spinta all'automazione, perché questo sito gestisce stock centralmente per tutta Europa, quindi le sue esigenze di smistamento e picking sono molto differenziate e possono andare dal singolo collo, ai venti pallet. Quindi, il focus prioritario è sulla flessibilità, più che sull'automazione.
In totale Roermond per il settore farmaceutico dispone di circa 80mila mq, suddivisi in tre edifici, con 35mila posti pallet in totale e 2000 spedizioni al giorno. Da qui i prodotti possono partire per via area (dall'aeroporto di Colonia), via container come può essere il caso degli aiuti umanitari oppure via strada verso il resto d'Europa. L'impianto è dotato di aree a temperatura controllata: 4 °C, con impianto Sprinkler a schiuma (al pari del reparto per i prodotti pericolosi), -20 °C, e un armadio a -80 °C, accessibile solo a personale qualificato e volontario (al pari della cella a – 20 °C). Un'area separata del magazzino ospita infine l'area destinata agli interventi sui farmaci a norma GMP.
Lo slogan UPS “È un paziente, non un pacco” compare ovunque, ma UPS ha un metodo molto efficace per conferirgli significato concreto. Le case farmaceutiche clienti infatti vengono spesso a presentare a tutti gli operatori di magazzino i loro prodotti, e fanno presentazioni complete, con tutte le caratteristiche terapeutiche, che farmaci sono, come si usano, a che cosa servono, i casi di guarigione ecc. Addirittura possono intervenire anche medici o testimonial con le storie concrete di chi ha assunto quei farmaci. In questo modo ogni singolo addetto al magazzino comprende che si tratta di prodotti che curano le persone e che quindi non si tratta di semplice logistica, ma di un altro modo di intendere la medicina. In più, tutte le persone ricevono continue sessioni di formazione con esami che risultano vincolanti per l'attività di magazzino.
La visita all'aeroporto di Colonia
Il magazzino di Roermond e l'hub aeroportuale di Colonia individuano due business completamente diversi per UPS: tuttavia, essi sono gestiti come due diverse facce di una stessa esigenza logistica da parte delle industrie e dei consumatori europei, e condividono comunque la collocazione in un'area centrale rispetto alla Germania, all'Europa e alla cosiddetta “blue banana”, questa fascia importante costituita da persone e attività che prende il sud dell'Inghilterra per arrivare al Nord dell'Italia. Condotta dal vulcanico Gianni Cherobin, veneto alla guida dell'hub aeroportuale di UPS presso l'aeroporto di Colonia, la visita al sito ha preso il via, giustamente, nell'ora in cui questo polo di smistamento comincia ad entrare nel vivo dell'attività: ovvero dopo le 23. Si tratta del sito più grande per UPS al di fuori degli USA. La prima installazione fu una tenda a margine degli edifici esistenti, il primo capannone vero e proprio è stato aperto nel 1987. Oggi dispone di capacità massima di smistamento di 190mila colli all'ora; dà lavoro a tremila persone, per il 70% part time dovuto agli orari di lavoro notturni. 38 gli aerei che servono questo aeroporto, 300 veicoli che entrano tutte le notti, 40 km di nastri trasportatori. È il maggior cliente e il maggior datore di lavoro dell'aeroporto di Colonia, per la parte cargo. Perché UPS sta investendo così tanto nel sito di Colonia? Quattro sono le ragioni sostanziali. Innanzitutto, a Colonia non vi sono limiti di orario nell'attività aeroportuale notturna. Il clima, per essere in Germania, è piuttosto buono, quindi vi sono poche occasioni di interruzione per pioggia o neve. L'aeroporto offre ai suoi clienti ancora una buona possibilità di espansione. E infine, ha ampie possibilità di impiegare personale grazie alla vicinanza con diverse grandi città, per le quali risulta interessante in quanto offre sempre lavori part time.
In questo sito si gestiscono i servizi UPS di freight forwarding e di express. La differenza è sottile: il freight riguarda tutte le tipologie di merci, l'express invece è concentrato su pacchetti molto piccoli con tempi di consegna molto veloci. La discriminante di peso, che può essere anche orientativa, è di 70 kg. La capacità di UPS è quella di innestare il servizio express all'interno del proprio servizio freight, ottenendo così efficienza e ottimizzazione reciproca. Il concetto fondamentale alla base di tutto questo è quello della gestione di un network integrato a livello europeo innanzitutto, ma naturalmente anche mondiale fra Asia e America. Il network è alimentato non solo dalla gestione di mezzi aerei di proprietà ma anche tramite un accordo sofisticato e perfetto con linee aeree di collaboratori e partner. In questo scenario, la puntualità è tutto, le connessioni la risorsa di base. E tutto questo prende vita dalle 23, ora in cui è sicuramente atterrato l'ultimo aereo, e le 2.30, ora in cui dovrà ripartire il primo: al centro una radicale azione di smistamento dei colli, tale per cui tutto ciò che entra alla sera, dovrà essere smistato per ripartire la mattina dopo.
Per fare questo, UPS ha investito pesantemente sulla tecnologia automazione, continuamente ottimizzata e calibrata per poter offrire contemporaneamente velocità e flessibilità. In sintesi: le persone lavorano in inbound e in outbound. In mezzo, c'è solo automazione.
I primi aerei arrivano verso le 19-20 e ciò significa che tutta la serata è impiegata per lo scarico e l'inizio dello smistamento. Dalle 2.30 alle 5.30, tutti e 38 gli aerei pervenuti dal network, dovranno ripartire carichi. Ci vogliono 16 minuti per scaricare un aereo, mentre almeno un'ora e mezza servono per caricarlo.
Per l'Italia da Colonia partono cinque rotte, verso Bergamo, Venezia, Bologna, Ciampino e Ancona. In 24 ore UPS spedisce da tutta Europa, alla costa Est degli Usa; partendo direttamente da Colonia, si può arrivare, sempre in 24 ore, anche sulla costa Ovest.
La visita, impressionante, ha avuto inizio dall'inbound della parte freight, quindi con scarico e smistamento dei colli di un certo peso; per passare poi all'inbound automatizzato dei colli più leggeri, che si dividono a loro volta in tre categorie: leggerissimi (buste di documenti), medi e grossi. Chiaramente la capacità di UPS sta nel gestire al meglio tutte le possibili variazioni di peso e di velocità richiesta per la consegna, nell'ambito comunque di un range di carichi intermedio. Il sito comprende poi un'ampia parte doganale per le merci che non abbiano effettuato il preclearing. Vi lavorano anche due cani per l'individuazione di esplosivo, condotti da istruttori cinofili.
Altra struttura di rilievo la control room che è il cuore pulsante del tutto, e verifica le immagini delle videocamere, il transito dei colli, il funzionamento delle macchine, l'operatività dell'aeroporto, gli arrivi e le partenze, la sicurezza e così. Qualunque contingenza da qui viene gestita e deviata verso altri flussi. Anche ogni notte, i flussi possono essere sempre diversi, totalmente imprevedibili: la struttura è quindi pensata per gestire una variabilità costante. Per il sorting dei pacchi piccoli è in uso un immenso impianto di tilt tray sorting, dal quale si prelevano via via i sacchi pronti da spedire. Vi è poi il sorter per i colli un po' più grossi, con due soluzioni: i vassoi in legno, installazione precedente, e i cross belt, molto più efficienti e sicuri. Può capitare infatti che il collo non scivoli dal suo vassoio, rimanendovi sopra. Con il cross belt questo non può succedere.
Finalmente tutti i colli smistati scivolano sui caroselli dove la lettura del barcode del container per aereo e su tutti i colli consente l'abbinamento fra contenitore/contenuto e l'ultima verifica dei colli in uscita. Ogni container viene pesato perché l'ultimo ok sul carico per ciascun aereo è dato dalla control tower in base anche alle previsioni del tempo, che determinano la quantità di carburante, che determina anche il peso residuo per il carico.
La salita al al Boeing 747-400, con la sua immensa pancia vuota pronta per essere caricata, in doppio deck, con destinazione Hong Kong, conclude in modo spettacolare una visita di grandissimo effetto e interesse.