Pochi contestano il fatto che Industry 4.0 rappresenti una nuova rivoluzione industriale che toccherà qualsiasi mercato ed economia. Passando dalla teoria alla pratica del tessuto produttivo italiano, però, sarebbe poco pragmatico ignorare che per la sua colonna portante - ossia le piccole-medie imprese - non è così automatico approcciare concetti quali cloud computing, analytics, Internet of Things e prototipazione rapida.
Risulta quindi fondamentale iniziare a concepire una via italiana all'Industry 4.0, parlare cioè di flessibilità, velocità di esecuzione, qualità dei prodotti: aspetti su cui le piccole-medie imprese italiane sanno già giocare la loro partita, mentre per molte altre aziende internazionali sono ancora obiettivi da raggiungere proprio con la trasformazione digitale e Industry 4.0.
Le nostre PMI sono reattive, non mancano di capacità imprenditoriali, hanno produzioni di nicchia, appartengono a filiere internazionali. Sono i presupposti giusti per Industry 4.0, bisogna piuttosto favorire le PMI nelle condizioni al contorno e questo è il compito delle istituzioni e, per la loro parte, dei vendor. Gli asset critici per i manager italiani, nel prossimo futuro, saranno le agevolazioni negli investimenti in ricerca e sviluppo, le possibilità di formazione, l'accesso alla conoscenza attraverso Competence Center e Innovation Hub e, ovviamente, la presenza di infrastrutture e di soluzioni che siano allo stesso tempo efficaci e interoperabili.
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