28-05-2024
Con il convegno dal titolo: “Sanità Digitale: Trasformare il presente per un futuro sostenibile”, l’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato i risultati della ricerca condotta sull’anno 2023. Emerge in particolare la crescita della spesa per sanità digitale in Italia, che nel 2023 è stata pari a 2,2 miliardi di euro (+22% rispetto al 2022). La cybersecurity si conferma, come l’anno scorso, al primo posto tra le priorità per le aziende sanitarie coinvolte nella ricerca, svolta in collaborazione con FIASO. Fondamentali anche la Cartella Clinica Elettronica (CCE) e i sistemi di integrazione con sistemi regionali e/o nazionali. Stabili i tassi di utilizzo della Telemedicina. Il 35% dei medici specialisti, coinvolti nella ricerca in collaborazione con Consulcesi Homnya, AMD, AME, FADOI e SIMFER, e il 43% dei Medici di Medicina Generale (MMG), coinvolti grazie alla collaborazione con la FIMMG, afferma di aver utilizzato servizi di Televisita e rispettivamente il 33% e il 35% ha fatto ricorso al Telemonitoraggio. Dati sostanzialmente in linea con l’anno scorso, manca infatti la spinta che dovrebbe essere portata dal PNRR, con le nuove piattaforme regionali.
Nell'ultimo anno il 35% dei medici specialisti e il 48% dei MMG hanno fatto accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico, strumento considerato utile dal professionista: riduce il tempo necessario per reperire le informazioni (per il 70% degli specialisti e il 65% dei MMG) e semplifica la lettura dei documenti scambiati (70% degli specialisti e il 60% dei MMG). Inoltre, fornisce informazioni critiche per la gestione del paziente in situazioni di emergenza (68% degli specialisti e 60% dei MMG) e permette di prendere decisioni più personalizzate e basate sull'intera storia clinica del paziente (68% e 53%).
Aumenta, inoltre, l’interesse per l’intelligenza artificiale. Per una gran parte del personale sanitario l’AI potrà essere un valido supporto per le proprie attività. Secondo il 72% degli specialisti e il 70% dei MMG potrà rafforzare le capacità di accuratezza e personalizzazione delle cure. Per il 55% degli specialisti e il 66% dei MMG potrà rendere più sostenibili le attività di monitoraggio di un elevato numero di pazienti cronici. Sei pazienti su dieci (62%), coinvolti nella ricerca svolta in collaborazione con Alleanza Malattie Rare, APMARR, FAND, FederASMA e Onconauti, dichiarano che, se usata con prudenza, l’AI possa portare più benefici che rischi e che possa aiutare il medico nel prendere decisioni più precise e rapide (58%). Tra le preoccupazioni dei medici, invece, emerge il rischio che l’automatizzazione di alcune attività possa condurre a errori (55% degli specialisti e 59% dei MMG) e che l’introduzione dell’AI nella pratica clinica possa diminuire il valore del giudizio clinico basato sull’esperienza professionale (53% e 56%).
Il 29% degli specialisti, il 34% degli infermieri (coinvolti nella ricerca in collaborazione con FNOPI) e ben due terzi dei MMG ha poi utilizzato soluzioni di AI generativa (GenAI) per ricercare informazioni scientifiche. Il 22% degli italiani ha utilizzato ChatGPT almeno una volta nell’ultimo anno. Il 23% di questi l’ha usato per cercare informazioni su prevenzione e stili di vita, il 19% su problemi di salute e il 15% su farmaci e terapie. Nel 40% dei casi l’utente che si è rivolto a ChatGPT in cerca di informazioni sulla salute afferma che le informazioni trovate hanno consentito di ridurre le comunicazioni con il medico.
«Il nostro Paese è ormai entrato nel cuore dell’attuazione degli interventi previsti per la Sanità digitale nel PNRR» afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale. «Il suo impatto sulla spesa per la Sanità digitale deve però ancora manifestarsi appieno: se per alcune azioni, come quelle relative alla digitalizzazione delle strutture ospedaliere si è già avuta una forte accelerazione dei progetti, gran parte delle risorse deve ancora essere “messa a terra”. Il 63% delle strutture sanitarie, nonostante l’aumento nella spesa complessiva, vede ancora la disponibilità di risorse economiche come la barriera più significativa all’innovazione digitale. Tra gli altri ostacoli maggiormente percepiti troviamo anche quest’anno la limitata cultura per il digitale (43%) e la mancanza di competenze per l’utilizzo degli strumenti (40%), oltre all’integrazione dei nuovi strumenti con i sistemi informatici già presenti nelle strutture (41%)».
Il Premio Innovazione Digitale in Sanità
Come di consueto, con l’occasione sono stati presentati i finalisti del Premio Innovazione Digitale in Sanità, con diverse menzioni speciali, il riconoscimento dell'Osservatorio Sanità Digitale che punta a creare occasioni di conoscenza e condivisione dei migliori progetti della Sanità digitale in Italia. Sottoposti al vaglio di una ampia giuria qualificata, i progetti vincitori sono risultati l’Azienda USL di Bologna, Regione Toscana e Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana. Queste, secondo i giurati, le realtà che si sono maggiormente distinte nella capacità di utilizzare le moderne tecnologie digitali, selezionate tra nove finalisti. Inoltre, le menzioni speciali sono state assegnati ad Agenzia di Tutela della Salute della Brianza, Azienda USL Toscana Sud Est, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e Regione Puglia; AREU si è aggiudicata il premio assegnato dal pubblico e IRCCS Centro di Riferimento Oncologico di Aviano il premio assegnato dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO).
«I progetti selezionati quest’anno dimostrano come le tecnologie digitali stiano sempre più supportando il percorso di cura e assistenza del paziente e consentano la collaborazione dei diversi attori sul territorio» commenta Cristina Masella, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Sanità Digitale. «Dare visibilità alle realtà che si dimostrano innovative è da sempre l'obiettivo del Premio che nasce con l'idea di incentivare un meccanismo virtuoso di condivisione delle esperienze e l'avvio di nuove collaborazioni».
Nell'ultimo anno il 35% dei medici specialisti e il 48% dei MMG hanno fatto accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico, strumento considerato utile dal professionista: riduce il tempo necessario per reperire le informazioni (per il 70% degli specialisti e il 65% dei MMG) e semplifica la lettura dei documenti scambiati (70% degli specialisti e il 60% dei MMG). Inoltre, fornisce informazioni critiche per la gestione del paziente in situazioni di emergenza (68% degli specialisti e 60% dei MMG) e permette di prendere decisioni più personalizzate e basate sull'intera storia clinica del paziente (68% e 53%).
Aumenta, inoltre, l’interesse per l’intelligenza artificiale. Per una gran parte del personale sanitario l’AI potrà essere un valido supporto per le proprie attività. Secondo il 72% degli specialisti e il 70% dei MMG potrà rafforzare le capacità di accuratezza e personalizzazione delle cure. Per il 55% degli specialisti e il 66% dei MMG potrà rendere più sostenibili le attività di monitoraggio di un elevato numero di pazienti cronici. Sei pazienti su dieci (62%), coinvolti nella ricerca svolta in collaborazione con Alleanza Malattie Rare, APMARR, FAND, FederASMA e Onconauti, dichiarano che, se usata con prudenza, l’AI possa portare più benefici che rischi e che possa aiutare il medico nel prendere decisioni più precise e rapide (58%). Tra le preoccupazioni dei medici, invece, emerge il rischio che l’automatizzazione di alcune attività possa condurre a errori (55% degli specialisti e 59% dei MMG) e che l’introduzione dell’AI nella pratica clinica possa diminuire il valore del giudizio clinico basato sull’esperienza professionale (53% e 56%).
Il 29% degli specialisti, il 34% degli infermieri (coinvolti nella ricerca in collaborazione con FNOPI) e ben due terzi dei MMG ha poi utilizzato soluzioni di AI generativa (GenAI) per ricercare informazioni scientifiche. Il 22% degli italiani ha utilizzato ChatGPT almeno una volta nell’ultimo anno. Il 23% di questi l’ha usato per cercare informazioni su prevenzione e stili di vita, il 19% su problemi di salute e il 15% su farmaci e terapie. Nel 40% dei casi l’utente che si è rivolto a ChatGPT in cerca di informazioni sulla salute afferma che le informazioni trovate hanno consentito di ridurre le comunicazioni con il medico.
«Il nostro Paese è ormai entrato nel cuore dell’attuazione degli interventi previsti per la Sanità digitale nel PNRR» afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale. «Il suo impatto sulla spesa per la Sanità digitale deve però ancora manifestarsi appieno: se per alcune azioni, come quelle relative alla digitalizzazione delle strutture ospedaliere si è già avuta una forte accelerazione dei progetti, gran parte delle risorse deve ancora essere “messa a terra”. Il 63% delle strutture sanitarie, nonostante l’aumento nella spesa complessiva, vede ancora la disponibilità di risorse economiche come la barriera più significativa all’innovazione digitale. Tra gli altri ostacoli maggiormente percepiti troviamo anche quest’anno la limitata cultura per il digitale (43%) e la mancanza di competenze per l’utilizzo degli strumenti (40%), oltre all’integrazione dei nuovi strumenti con i sistemi informatici già presenti nelle strutture (41%)».
Il Premio Innovazione Digitale in Sanità
Come di consueto, con l’occasione sono stati presentati i finalisti del Premio Innovazione Digitale in Sanità, con diverse menzioni speciali, il riconoscimento dell'Osservatorio Sanità Digitale che punta a creare occasioni di conoscenza e condivisione dei migliori progetti della Sanità digitale in Italia. Sottoposti al vaglio di una ampia giuria qualificata, i progetti vincitori sono risultati l’Azienda USL di Bologna, Regione Toscana e Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana. Queste, secondo i giurati, le realtà che si sono maggiormente distinte nella capacità di utilizzare le moderne tecnologie digitali, selezionate tra nove finalisti. Inoltre, le menzioni speciali sono state assegnati ad Agenzia di Tutela della Salute della Brianza, Azienda USL Toscana Sud Est, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e Regione Puglia; AREU si è aggiudicata il premio assegnato dal pubblico e IRCCS Centro di Riferimento Oncologico di Aviano il premio assegnato dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO).
«I progetti selezionati quest’anno dimostrano come le tecnologie digitali stiano sempre più supportando il percorso di cura e assistenza del paziente e consentano la collaborazione dei diversi attori sul territorio» commenta Cristina Masella, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Sanità Digitale. «Dare visibilità alle realtà che si dimostrano innovative è da sempre l'obiettivo del Premio che nasce con l'idea di incentivare un meccanismo virtuoso di condivisione delle esperienze e l'avvio di nuove collaborazioni».