20-07-2023
di Emanuele Porazzi, Direttore Healthcare Datascience Lab - HD LAB - LIUC Università Cattaneo, Membro del consiglio direttivo In.Ge.San.
di Emanuele Porazzi, Direttore Healthcare Datascience Lab - HD LAB - LIUC Università Cattaneo, Membro del consiglio direttivo In.Ge.San.
Il contesto attuale, caratterizzato da sfide di natura economica, legislativa, ambientale, sociale e tecnologica, necessita sempre più di soluzioni innovative per garantire un sistema sanitario resiliente e di alta qualità, a beneficio di tutti i cittadini.
Alla luce dei cambiamenti nei bisogni assistenziali e sanitari, nonché considerando le direttrici di sviluppo dettate dal DM 77 e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si rende necessario ripensare i processi sanitari e socio sanitari, contenendo il problema della carenza di personale sanitario e allocando, secondo logiche di ottimizzazione, le risorse disponibili. La risposta a queste sfide ed esigenze può essere fornita dai dati validati e gestiti da esperti – clinici, analisti, ingegneri e data scientist – nonché analizzati e utilizzati a favore di un efficientamento della produttività organizzativa nell’erogazione dei servizi da parte delle aziende.
L'innovazione nel settore sanitario risulta sempre più orientata verso l'adozione di un approccio basato sul valore, al fine di rispondere all’obiettivo comune a tutti gli stakeholder relativo all’offerta di cure di alta qualità, efficaci, efficienti e orientate al paziente. In questo contesto, l'utilizzo strategico dei dati gioca un ruolo fondamentale per guidare le organizzazioni sanitarie verso obiettivi legati all'efficienza dei processi e al miglioramento del valore complessivo offerto. L’approccio Value-based healthcare proposto all’inizio del secolo da Michael Porter risulta sempre più attuale e necessario quale un’opportunità al fine di migliorare gli outcome, attenzionando i costi, e creando dunque valore per le organizzazioni sanitarie nonché per tutti gli attori del SSN, compresi i pazienti.
Spostare l’attenzione dai volumi al valore, valutare gli esiti, anche considerando il punto di vista dei pazienti, favorire la partecipazione lungo l’intera filiera sanitaria, creare un sistema di cura integrato in cui player differenti collaborano condividendo best practices e intervenendo in momenti differenti del ciclo di cura e presa in carico dei pazienti: tutti questi elementi sono alla base del modello value-based. Il valore viene definito come il rapporto tra gli esiti di salute raggiunti dal paziente e i costi, siano essi diretti e indiretti, sostenuti. Questo approccio allinea i fornitori di cure, i payors e i pazienti verso l’obiettivo comune di fornire un maggiore livello di qualità.
Per raggiungere questo obiettivo viene necessario raccogliere dati che racchiudono un potenziale strategico capace di guidare la comprensione dei fenomeni sanitari, nonché permettere l’identificazione di relazioni di causa-effetto e il miglioramento della produttività nelle strutture ospedaliere/aziendali. Il dato, dunque, si configura come una leva capace di “guidare” il cambiamento, in una logica di adattamento e miglioramento continuo.
Per disporre di dati affidabili e certificati, le organizzazioni sanitarie devono dotarsi di piattaforme digitali, sistemi informativi e soluzioni tecnologiche performanti. Soluzioni di mHealth, piattaforme di telemedicina, algoritmi di Intelligenza Artificiale (IA) e il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) sono solamente alcuni degli strumenti introdotti nella pratica clinica per raccogliere, gestire e archiviare importanti moli di dati. Gli algoritmi di IA potranno essere impiegati per pianificare gli interventi in sala operatoria, i processi di Pronto Soccorso o le agende ambulatoriali. Purtroppo, però tali soluzioni tecnologiche non risultano ancora impiegate omogeneamente in tutto il territorio italiano: il FSE viene impiegato solamente dall’80% delle Regioni e meno del 50% del volume complessivo di dati risulta essere stato trasferito.
L'analisi dei dati svolge un ruolo cruciale nell'estrarre insight significativi a partire dai record sanitari e dai database amministrativi, attraverso l'uso di tecniche avanzate di analisi, come la modellazione predittiva, l'apprendimento automatico e la visualizzazione dei dati. La rilevazione di tendenze e misure quantitative permette di definire eventuali opportunità di miglioramento nonché gli aspetti critici su cui si rende necessario lavorare in ottica di revisione dei processi e miglioramento continuo. Ma i dati possono avere anche una valenza strategica e di programmazione, guidando una presa di decisioni informata a tutti i livelli organizzativi.
Molteplici risultano dunque i vantaggi legati ai dati e alla creazione di valore, ma il primo passo, per poter intraprendere una trasformazione verso una sanità data driven, consiste nella formazione dei professionisti e nella diffusione di una cultura basata sul dato. Investimenti tecnologici, e dunque economici, devono essere pianificati per dotarsi di piattaforme gestionali capace di raccogliere e gestire dati nonché strutturare sistemi di misurazione basati su metriche quantitative e KPI (Key Perfomance Indicators).
Uno sforzo organizzativo e gestionale ulteriore dovrà poi essere legato alla revisione dei processi di erogazione delle prestazioni e dei servizi, secondo una logica di Business Process Reingeneering, partendo dalla mappatura dei macro-processi e dall’identificazione dei punti critici.
Tali azioni di reingegnerizzazione e miglioramento continuo devono però prevedere il coinvolgimento di tutti gli stakeholder e soprattutto dei pazienti, percorrendo la direzione della creazione di valore, incrementando l’efficienza dei processi, rispondendo efficientemente ai bisogni di salute della popolazione e guidando il sistema sanitario verso l’erogazione di cure sempre più personalizzate e di qualità.
Alla luce dei cambiamenti nei bisogni assistenziali e sanitari, nonché considerando le direttrici di sviluppo dettate dal DM 77 e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si rende necessario ripensare i processi sanitari e socio sanitari, contenendo il problema della carenza di personale sanitario e allocando, secondo logiche di ottimizzazione, le risorse disponibili. La risposta a queste sfide ed esigenze può essere fornita dai dati validati e gestiti da esperti – clinici, analisti, ingegneri e data scientist – nonché analizzati e utilizzati a favore di un efficientamento della produttività organizzativa nell’erogazione dei servizi da parte delle aziende.
L'innovazione nel settore sanitario risulta sempre più orientata verso l'adozione di un approccio basato sul valore, al fine di rispondere all’obiettivo comune a tutti gli stakeholder relativo all’offerta di cure di alta qualità, efficaci, efficienti e orientate al paziente. In questo contesto, l'utilizzo strategico dei dati gioca un ruolo fondamentale per guidare le organizzazioni sanitarie verso obiettivi legati all'efficienza dei processi e al miglioramento del valore complessivo offerto. L’approccio Value-based healthcare proposto all’inizio del secolo da Michael Porter risulta sempre più attuale e necessario quale un’opportunità al fine di migliorare gli outcome, attenzionando i costi, e creando dunque valore per le organizzazioni sanitarie nonché per tutti gli attori del SSN, compresi i pazienti.
Spostare l’attenzione dai volumi al valore, valutare gli esiti, anche considerando il punto di vista dei pazienti, favorire la partecipazione lungo l’intera filiera sanitaria, creare un sistema di cura integrato in cui player differenti collaborano condividendo best practices e intervenendo in momenti differenti del ciclo di cura e presa in carico dei pazienti: tutti questi elementi sono alla base del modello value-based. Il valore viene definito come il rapporto tra gli esiti di salute raggiunti dal paziente e i costi, siano essi diretti e indiretti, sostenuti. Questo approccio allinea i fornitori di cure, i payors e i pazienti verso l’obiettivo comune di fornire un maggiore livello di qualità.
Per raggiungere questo obiettivo viene necessario raccogliere dati che racchiudono un potenziale strategico capace di guidare la comprensione dei fenomeni sanitari, nonché permettere l’identificazione di relazioni di causa-effetto e il miglioramento della produttività nelle strutture ospedaliere/aziendali. Il dato, dunque, si configura come una leva capace di “guidare” il cambiamento, in una logica di adattamento e miglioramento continuo.
Per disporre di dati affidabili e certificati, le organizzazioni sanitarie devono dotarsi di piattaforme digitali, sistemi informativi e soluzioni tecnologiche performanti. Soluzioni di mHealth, piattaforme di telemedicina, algoritmi di Intelligenza Artificiale (IA) e il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) sono solamente alcuni degli strumenti introdotti nella pratica clinica per raccogliere, gestire e archiviare importanti moli di dati. Gli algoritmi di IA potranno essere impiegati per pianificare gli interventi in sala operatoria, i processi di Pronto Soccorso o le agende ambulatoriali. Purtroppo, però tali soluzioni tecnologiche non risultano ancora impiegate omogeneamente in tutto il territorio italiano: il FSE viene impiegato solamente dall’80% delle Regioni e meno del 50% del volume complessivo di dati risulta essere stato trasferito.
L'analisi dei dati svolge un ruolo cruciale nell'estrarre insight significativi a partire dai record sanitari e dai database amministrativi, attraverso l'uso di tecniche avanzate di analisi, come la modellazione predittiva, l'apprendimento automatico e la visualizzazione dei dati. La rilevazione di tendenze e misure quantitative permette di definire eventuali opportunità di miglioramento nonché gli aspetti critici su cui si rende necessario lavorare in ottica di revisione dei processi e miglioramento continuo. Ma i dati possono avere anche una valenza strategica e di programmazione, guidando una presa di decisioni informata a tutti i livelli organizzativi.
Molteplici risultano dunque i vantaggi legati ai dati e alla creazione di valore, ma il primo passo, per poter intraprendere una trasformazione verso una sanità data driven, consiste nella formazione dei professionisti e nella diffusione di una cultura basata sul dato. Investimenti tecnologici, e dunque economici, devono essere pianificati per dotarsi di piattaforme gestionali capace di raccogliere e gestire dati nonché strutturare sistemi di misurazione basati su metriche quantitative e KPI (Key Perfomance Indicators).
Uno sforzo organizzativo e gestionale ulteriore dovrà poi essere legato alla revisione dei processi di erogazione delle prestazioni e dei servizi, secondo una logica di Business Process Reingeneering, partendo dalla mappatura dei macro-processi e dall’identificazione dei punti critici.
Tali azioni di reingegnerizzazione e miglioramento continuo devono però prevedere il coinvolgimento di tutti gli stakeholder e soprattutto dei pazienti, percorrendo la direzione della creazione di valore, incrementando l’efficienza dei processi, rispondendo efficientemente ai bisogni di salute della popolazione e guidando il sistema sanitario verso l’erogazione di cure sempre più personalizzate e di qualità.