12-10-2022
La complessità dei processi legati agli ambienti operatori e intensivi va affrontata con un approccio specifico e alla risposta a questo obiettivo può risultare funzionale l’utilizzo di un ambiente simulato: una struttura di questo tipo è presente anche presso la sede Ascom UMS a Scandicci (Firenze). Qui infatti l’azienda ha recentemente predisposto un ambiente demo della sua proposta rivolta alle strutture sanitarie, che si riassume nella Ascom Healthcare Platform e in particolare nel software Digistat®: una soluzione dedicata a supportare tutti i processi di comunicazione e gestione dati nelle aree di terapia intensiva, sale operatorie, comunicazione in mobilità staff clinici, gestione allarmi clinici, integrazione dispositivi medici e monitoraggio remoto pazienti (wearables). L’ambiente simulato di Ascom riproduce un percorso operatorio e un reparto di terapia intensiva dotato di tutte le tecnologie necessarie, da verificare direttamente muovendosi fisicamente intorno al letto del paziente.
L’importanza degli standard
Da sottolineare, la certificazione CE class IIb per tutti i moduli di Digistat® Care, estesa nel 2021 ai requisiti del nuovo MDR. Si tratta in questo caso di una digitalizzazione fortemente mirata al contesto di applicazione, dunque non una “semplice” cartella clinica bensì un verticale specifico e basato sugli standard internazionali del settore. Questo infatti è uno degli aspetti distintivi della proposta Ascom UMS: gli applicativi della suite Digistat® non sono uno strumento di raccolta e gestione dei dati trasversale, in qualche modo adattabile a diversi reparti o specialità, bensì un insieme di verticali specifici, in quanto tali certificati come dispositivi medici. Questi strumenti sono pensati per gestire una parte significativa del percorso clinico del paziente, quella che fa capo all’ospedalizzazione e all’intervento chirurgico, che parta o meno dall’accesso al pronto soccorso, fino al monitoraggio del paziente dimesso al proprio domicilio. Un’area strategica anche dal punto di vista del bilancio economico della struttura, in quanto la chirurgia concentra la maggior parte dei costi e delle risorse necessarie all’attività ospedaliera.
La sfida maggiore è, anche secondo Ascom UMS, quella della standardizzazione dei processi; questo non per costringere gli ospedali ad adottare determinati sistemi estranei ai loro flussi, bensì piuttosto per adeguare i processi clinici a standard condivisi anche a livello internazionale. In compenso oggi il contesto sanitario appare più favorevole agli standard e porta più facilmente alla possibilità di lavorare su un terreno comune e condiviso fra l’ospedale come utente e l’azienda fornitrice come portatrice di competenze tecniche. Il vantaggio della standardizzazione intesa in questo senso sta anche nella riduzione dei tempi di realizzazione dei progetti, in quanto non si parte più da zero, come avviene con un approccio artigianale, bensì da best practices di settore che possono comunque essere adattate in modo flessibile al contesto specifico.
L’importanza degli standard
Da sottolineare, la certificazione CE class IIb per tutti i moduli di Digistat® Care, estesa nel 2021 ai requisiti del nuovo MDR. Si tratta in questo caso di una digitalizzazione fortemente mirata al contesto di applicazione, dunque non una “semplice” cartella clinica bensì un verticale specifico e basato sugli standard internazionali del settore. Questo infatti è uno degli aspetti distintivi della proposta Ascom UMS: gli applicativi della suite Digistat® non sono uno strumento di raccolta e gestione dei dati trasversale, in qualche modo adattabile a diversi reparti o specialità, bensì un insieme di verticali specifici, in quanto tali certificati come dispositivi medici. Questi strumenti sono pensati per gestire una parte significativa del percorso clinico del paziente, quella che fa capo all’ospedalizzazione e all’intervento chirurgico, che parta o meno dall’accesso al pronto soccorso, fino al monitoraggio del paziente dimesso al proprio domicilio. Un’area strategica anche dal punto di vista del bilancio economico della struttura, in quanto la chirurgia concentra la maggior parte dei costi e delle risorse necessarie all’attività ospedaliera.
La sfida maggiore è, anche secondo Ascom UMS, quella della standardizzazione dei processi; questo non per costringere gli ospedali ad adottare determinati sistemi estranei ai loro flussi, bensì piuttosto per adeguare i processi clinici a standard condivisi anche a livello internazionale. In compenso oggi il contesto sanitario appare più favorevole agli standard e porta più facilmente alla possibilità di lavorare su un terreno comune e condiviso fra l’ospedale come utente e l’azienda fornitrice come portatrice di competenze tecniche. Il vantaggio della standardizzazione intesa in questo senso sta anche nella riduzione dei tempi di realizzazione dei progetti, in quanto non si parte più da zero, come avviene con un approccio artigianale, bensì da best practices di settore che possono comunque essere adattate in modo flessibile al contesto specifico.
Visita all’area demo
La piattaforma software per la sanità Digistat supporta l’attività clinica su alcune aree strategiche: integrazione dei dispositivi medici, gestione allarmi e Clinical Decision Support System, area critica e Silent ICU, app in mobilità, integrazione con dispositivi medici e indossabili, comparto operatorio.
In particolare per quanto riguarda il percorso del paziente nel comparto operatorio, nell’area demo sono presenti i sistemi che Ascom UMS dedica alla gestione della sala operatoria, a partire dalla pianificazione degli interventi, fino a tutto quanto riguarda la gestione di spazi e tempi. La parte “home” del sistema di gestione è alimentata dal sistema informativo ospedaliero; su questa si implementano la visita anestesiologica, rivalutazione operatoria, intervento (refertazione), risveglio del paziente e verbale operatorio; a questi, che sono gli elementi tipici della cartella operatoria, si aggiungono i verticali che Ascom chiama “moduli” e che consentono di fare pianificazione, registrazione parametri vitali e così via, grazie ai quali il prodotto è certificato come dispositivo medico. Altra soluzione visibile nell’area demo è quella che consente di visualizzare l’occupazione e l’attività in corso nelle sale operatorie, uno strumento “visual” che permette non solo al personale interno alla sala, ma anche a tutti i professionisti che gravitano intorno a questa attività, di eseguire al meglio le fasi pre e post operatorie, come ad esempio la chiamata e trasporto dei pazienti dai reparti, induzione e successivo risveglio, le attività pre-sala operatoria e così via.
L’integrazione dei dispositivi medici produce anche una gestione degli allarmi intelligente, disponibile anche in mobilità. Sono queste le funzioni svolte dai moduli Ascom Digistat® Smart Central e relativa versione in mobilità, Digistat® Smart Central Mobile. Il primo è un sistema di monitoraggio centrale degli allarmi, visibile su un display che si può posizionare ovunque. Il sistema offre una visione olistica di tutti i dispositivi medici collegati al posto letto e aiuta medici e infermieri a gestire in modo razionale allarmi e informazioni. Non si tratta infatti solo e semplicemente di generare allarmi, quanto piuttosto di gestire gli allarmi nel modo più adeguato, tenendo in considerazione il problema della “alarm fatigue”. Secondo le ricerche di settore ogni giorno, per ogni paziente in terapia intensiva, si generano oltre duemila dati o parametri; un primario ospedale americano ha conteggiato 1,2 milioni di allarmi al mese, molti dei quali “non actionable”, quindi allarmi per i quali non serve alcun intervento. L’obiettivo della piattaforma Ascom è proprio quello di gestire e filtrare gli allarmi, lasciando indietro quelli che non sono importanti ai fini di azioni immediate. Una funzionalità particolarmente utile nella versione in mobilità, supportata dagli smartphone o device Ascom. Per esempio, fra le altre funzioni, c’è la possibilità di inoltrare l’allarme e reindirizzarlo in modo sicuro, da parte di chi non può prenderlo in carico. Non solo: grazie ad un semplice rilevatore infrarosso, posizionato all’ingresso della stanza, nel momento in cui l’infermiere entra in camera l’allarme si spegne a prescindere, contribuendo nell’immediato a generare un’atmosfera più serena.
È anche in quest’ottica che si può impostare il livello di “rumore” di una terapia intensiva, dunque da una situazione di UTI “rumorosa” e non controllata nella quale gli allarmi si generano in modo non coordinato, ad una “quieta”, quindi con una serie di limitazioni intermedie fino ad arrivare alla UTI “silenziosa”, con una gestione degli allarmi codificata secondo le norme vigenti per i dispositivi medici.
La piattaforma software per la sanità Digistat supporta l’attività clinica su alcune aree strategiche: integrazione dei dispositivi medici, gestione allarmi e Clinical Decision Support System, area critica e Silent ICU, app in mobilità, integrazione con dispositivi medici e indossabili, comparto operatorio.
In particolare per quanto riguarda il percorso del paziente nel comparto operatorio, nell’area demo sono presenti i sistemi che Ascom UMS dedica alla gestione della sala operatoria, a partire dalla pianificazione degli interventi, fino a tutto quanto riguarda la gestione di spazi e tempi. La parte “home” del sistema di gestione è alimentata dal sistema informativo ospedaliero; su questa si implementano la visita anestesiologica, rivalutazione operatoria, intervento (refertazione), risveglio del paziente e verbale operatorio; a questi, che sono gli elementi tipici della cartella operatoria, si aggiungono i verticali che Ascom chiama “moduli” e che consentono di fare pianificazione, registrazione parametri vitali e così via, grazie ai quali il prodotto è certificato come dispositivo medico. Altra soluzione visibile nell’area demo è quella che consente di visualizzare l’occupazione e l’attività in corso nelle sale operatorie, uno strumento “visual” che permette non solo al personale interno alla sala, ma anche a tutti i professionisti che gravitano intorno a questa attività, di eseguire al meglio le fasi pre e post operatorie, come ad esempio la chiamata e trasporto dei pazienti dai reparti, induzione e successivo risveglio, le attività pre-sala operatoria e così via.
L’integrazione dei dispositivi medici produce anche una gestione degli allarmi intelligente, disponibile anche in mobilità. Sono queste le funzioni svolte dai moduli Ascom Digistat® Smart Central e relativa versione in mobilità, Digistat® Smart Central Mobile. Il primo è un sistema di monitoraggio centrale degli allarmi, visibile su un display che si può posizionare ovunque. Il sistema offre una visione olistica di tutti i dispositivi medici collegati al posto letto e aiuta medici e infermieri a gestire in modo razionale allarmi e informazioni. Non si tratta infatti solo e semplicemente di generare allarmi, quanto piuttosto di gestire gli allarmi nel modo più adeguato, tenendo in considerazione il problema della “alarm fatigue”. Secondo le ricerche di settore ogni giorno, per ogni paziente in terapia intensiva, si generano oltre duemila dati o parametri; un primario ospedale americano ha conteggiato 1,2 milioni di allarmi al mese, molti dei quali “non actionable”, quindi allarmi per i quali non serve alcun intervento. L’obiettivo della piattaforma Ascom è proprio quello di gestire e filtrare gli allarmi, lasciando indietro quelli che non sono importanti ai fini di azioni immediate. Una funzionalità particolarmente utile nella versione in mobilità, supportata dagli smartphone o device Ascom. Per esempio, fra le altre funzioni, c’è la possibilità di inoltrare l’allarme e reindirizzarlo in modo sicuro, da parte di chi non può prenderlo in carico. Non solo: grazie ad un semplice rilevatore infrarosso, posizionato all’ingresso della stanza, nel momento in cui l’infermiere entra in camera l’allarme si spegne a prescindere, contribuendo nell’immediato a generare un’atmosfera più serena.
È anche in quest’ottica che si può impostare il livello di “rumore” di una terapia intensiva, dunque da una situazione di UTI “rumorosa” e non controllata nella quale gli allarmi si generano in modo non coordinato, ad una “quieta”, quindi con una serie di limitazioni intermedie fino ad arrivare alla UTI “silenziosa”, con una gestione degli allarmi codificata secondo le norme vigenti per i dispositivi medici.

Altra menzione importante è quella relativa all’hardware. Ascom UMS infatti fornisce non solo gli smartphone o i dispositivi di comunicazione specifici per l’utilizzo su queste funzioni e in questi ambienti, ma è anche in grado di verificare l’adeguatezza di tutti i dispositivi hardware presenti nelle sale operatorie. Quando si parla di PC, ad esempio, il criterio è quello della massima pulizia e protezione dei dispositivi elettronici: i vecchi PC con ventola sono esclusi mentre sono ammessi solo PC medical grade, fanless, con tastiera e periferiche disinfettabili. Dettagli che, in sala operatoria o terapia intensiva, non sono più dettagli: come ad esempio i connettori a parete per il collegamento dei dispositivi medici alla rete. Un classico connettore seriale è facilmente danneggiabile in caso di sanificazione o ricondizionamento dell’area. Ascom invece propone un connettore magnetico stile Apple che si applica e si rimuove senza difficoltà, oltre che dotato di intelligenza intrinseca per verificarne la funzionalità. Analoga attenzione alla qualità dell’hardware riguarda l’area wearables per il monitoraggio remoto dei pazienti. Digistat ® Gateway è l’applicazione Android che permette l’accoppiamento fra dispositivi indossabili e device mobile, e l’associazione con il paziente; i dati sono poi trasmessi al server Ascom via Wi-Fi o 4G. Qualunque device può essere connesso, indipendentemente dal fornitore, purché sia dispositivo medico almeno di Classe A.
Presente in Italia con oltre ottanta installazioni ospedaliere – per oltre seicento sale operatorie e novecento letti in terapia intensiva – Ascom UMS ha infine illustrato, nel corso della sua presentazione, alcune implementazioni di particolare rilievo. Fra queste, il Policlinico Gemelli, istituto accreditato JCI con 280 postazioni Digistat ® Critical Care; l’Ospedale Fiera Milano realizzato durante la prima fase di pandemia Covid-19; la AUSL 5 di Bologna, con cinquanta sale operatorie gestite con Digistat, nove letti in terapia intensiva e diverse integrazioni di sistema; l’Ospedale di Roma Bambino Gesù, esempio rilevante in area pediatrica; e infine un progetto specifico nato in tempi di Covid presso la ASL Napoli 1 Ospedale del mare, che ha consentito la sorveglianza a distanza dei pazienti Covid a domicilio e attualmente utilizzato per la gestione domiciliare del paziente cronico.
Presente in Italia con oltre ottanta installazioni ospedaliere – per oltre seicento sale operatorie e novecento letti in terapia intensiva – Ascom UMS ha infine illustrato, nel corso della sua presentazione, alcune implementazioni di particolare rilievo. Fra queste, il Policlinico Gemelli, istituto accreditato JCI con 280 postazioni Digistat ® Critical Care; l’Ospedale Fiera Milano realizzato durante la prima fase di pandemia Covid-19; la AUSL 5 di Bologna, con cinquanta sale operatorie gestite con Digistat, nove letti in terapia intensiva e diverse integrazioni di sistema; l’Ospedale di Roma Bambino Gesù, esempio rilevante in area pediatrica; e infine un progetto specifico nato in tempi di Covid presso la ASL Napoli 1 Ospedale del mare, che ha consentito la sorveglianza a distanza dei pazienti Covid a domicilio e attualmente utilizzato per la gestione domiciliare del paziente cronico.