14-02-2022
L’industria farmaceutica guarda con la massima attenzione all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione, un asset fondamentale per svilupparsi all’insegna di efficienza e reattività. Un tema di stretta attualità per tutto il comparto farmaceutico che si prepara ad affrontare un futuro sfidante, all’indomani del periodo pandemico che ne ha ulteriormente messo in luce l’assoluta strategicità anche a livello economico e sociale. In questo senso Intesa, a Kyndryl company, si pone come partner delle aziende con un ruolo molto articolato che mette insieme il prodotto tecnologico vero e proprio con il servizio da sempre svolto a supporto della filiera per progetti che hanno l’integrazione e la collaborazione di settore come fondamento operativo.
Secondo Intesa due sono i principali temi in discussione: quali sono i fronti della produzione farmaceutica sui quali la digitalizzazione risulta più strategica; quale può essere in particolare il contributo dell’innovazione digitale in particolare ai processi della supply chain. Le principali aziende farmaceutiche stanno perseguendo da tempo iniziative di innovazione tecnologica a supporto del business, ma è importante individuare le aree nelle quali questa innovazione è più strategica. Tutta l’area della produzione e R&D, a monte, e quella della comunicazione con i medici e con i pazienti, a valle dell’industria farmaceutica, possono essere fortemente interessate da nuove soluzioni di digitalizzazione; ma anche tutte le fasi centrali della supply chain ne possono beneficiare. Vi sono diverse nuove soluzioni allo studio, fra le quali si possono citare la blockchain finalizzata alla tracciabilità end-to-end, le opportunità offerte dalla stampa 3D per semplificare i processi di rifornimento, come anche soluzioni di virtual reality e digital twin per creare scenari di stress della supply chain ed elaborare scelte alternative.
Si può dire anche che la digitalizzazione debba diventare qualcosa di trasversale e pervasivo a tutta l’organizzazione, affinché questa possa raggiungere pienamente i suoi obiettivi, che vanno al di là del solo perimetro industriale per sovrapporsi in modo importante a questioni economiche e sociali, cosa che il biennio pandemico ha dimostrato oltre ogni dubbio. Parliamo così di soluzioni di connected care o patient-centered care model, che si accompagnano al più ampio filone della telemedicina, in netta crescita nell’ultimo biennio. Di fronte a questo vasto scenario, vediamo un importante filo conduttore e fondamento comune: il dato, un elemento centrale rispetto a qualunque settore applicativo. «Partiamo dalla centralità del dato – afferma Luigi Traverso, Head of Supply Chain Solutions di Intesa, a Kyndryl company: – in assenza di un dato acquisito e gestito in un modo sicuro, qualsiasi applicazione perde il suo fondamento.E sui dati, Intesa basa da sempre la sua realtà e il suo core business. Intesa infatti ha avviato la sua attività circa trentacinque fa come EDI factory, per svariate industrie fra le quali è sempre stata presente quella farmaceutica, e si è via via trasformata nel maneggiare il dato in maniera sempre più sensibile: abbiamo aggiunto infatti le parti di conservazione a norma, dove il dato trova la sua cassaforte più preziosa, fino alla parte di certification authority, con i processi di firma dove il dato trova la propria valenza probatoria. Da EDI factory siamo diventati data factory: sapendo che dai nostri canali e server farm transita una mole importante di dati, i clienti stessi ci hanno chiesto di mettere a punto strumenti per analizzarli in modo adeguato. Da outsourcer per lo scambio dei dati, abbiamo fatto evolvere il nostro ruolo andando a includere l’analisi dei dati, con strumenti avanzati di business intelligence, in grado di fornire una visione in tempo reale su quanto accade nella supply chain. Un servizio che può risultare utile sia a grandi realtà strutturate, sia alle piccole o medie imprese che in larga parte compongono il settore industriale in Italia».
«Integrazione e standard non a caso sono le keywords che orientano da sempre l’attività svolta da Intesa, evolvendo di conseguenza la tecnologia utilizzata e i servizi offerti – prosegue Luigi Traverso. – Una catena produttiva e distributiva come quella del farmaco non può non basarsi sulla totale integrazione: la catena dei dati in movimento, e con essa i corrispondenti oggetti fisici, deve essere strutturata dall’inizio alla fine. Un esempio tipico è quello di un sistema TMS, un sistema che consente di controllare l’effettivo trasporto attraverso piattaforme digitali e che in questo senso si può considerare come un importante portatore di dati nel sistema aziendale. Stessi obiettivi, nuove tecnologie: per esempio posso citare le reti di IoT, dove sono gli oggetti stessi a fornire informazioni lungo la supply chain, se interrogati dagli apparati di controllo, come può essere il caso di un armadio frigorifero in una catena del freddo; o la blockchain, che permette di registrare in modo invariabile tutti i dati di tracciabilità, consegnandoli al paziente per la sua totale sicurezza».
Il ruolo di Intesa nella distribuzione farmaceutica
Con riferimento a questo settore, Intesa copre lo spettro completo dei processi di supply chain, a partire dall’industria farmaceutica o concessionari/rappresentanti ai depositari e distributori intermedi, fino ad arrivare ai vari modelli distributivi quali ad esempio DPC o Transfer Order, distribuzione diretta sui canali retail e naturalmente e-commerce. Il processo di gestione e spedizione ordini, che può risultare molto complesso in quanto composto da svariati attori con le relative funzioni (gestione ordini, pianificazione delle consegne, ricevimento merce, stoccaggio, prelievo e spedizioni, gestione del trasporto diretta o conto terzi…) può essere supportato in modalità end-to-end dalla Intesa Platform che consente appunto di gestire le criticità con una piattaforma completa di gestione e tracciabilità.
Maggiori informazioni sulle soluzioni Intesa per l’industria farmaceutica si possono trovare a questo link.
Secondo Intesa due sono i principali temi in discussione: quali sono i fronti della produzione farmaceutica sui quali la digitalizzazione risulta più strategica; quale può essere in particolare il contributo dell’innovazione digitale in particolare ai processi della supply chain. Le principali aziende farmaceutiche stanno perseguendo da tempo iniziative di innovazione tecnologica a supporto del business, ma è importante individuare le aree nelle quali questa innovazione è più strategica. Tutta l’area della produzione e R&D, a monte, e quella della comunicazione con i medici e con i pazienti, a valle dell’industria farmaceutica, possono essere fortemente interessate da nuove soluzioni di digitalizzazione; ma anche tutte le fasi centrali della supply chain ne possono beneficiare. Vi sono diverse nuove soluzioni allo studio, fra le quali si possono citare la blockchain finalizzata alla tracciabilità end-to-end, le opportunità offerte dalla stampa 3D per semplificare i processi di rifornimento, come anche soluzioni di virtual reality e digital twin per creare scenari di stress della supply chain ed elaborare scelte alternative.
Si può dire anche che la digitalizzazione debba diventare qualcosa di trasversale e pervasivo a tutta l’organizzazione, affinché questa possa raggiungere pienamente i suoi obiettivi, che vanno al di là del solo perimetro industriale per sovrapporsi in modo importante a questioni economiche e sociali, cosa che il biennio pandemico ha dimostrato oltre ogni dubbio. Parliamo così di soluzioni di connected care o patient-centered care model, che si accompagnano al più ampio filone della telemedicina, in netta crescita nell’ultimo biennio. Di fronte a questo vasto scenario, vediamo un importante filo conduttore e fondamento comune: il dato, un elemento centrale rispetto a qualunque settore applicativo. «Partiamo dalla centralità del dato – afferma Luigi Traverso, Head of Supply Chain Solutions di Intesa, a Kyndryl company: – in assenza di un dato acquisito e gestito in un modo sicuro, qualsiasi applicazione perde il suo fondamento.E sui dati, Intesa basa da sempre la sua realtà e il suo core business. Intesa infatti ha avviato la sua attività circa trentacinque fa come EDI factory, per svariate industrie fra le quali è sempre stata presente quella farmaceutica, e si è via via trasformata nel maneggiare il dato in maniera sempre più sensibile: abbiamo aggiunto infatti le parti di conservazione a norma, dove il dato trova la sua cassaforte più preziosa, fino alla parte di certification authority, con i processi di firma dove il dato trova la propria valenza probatoria. Da EDI factory siamo diventati data factory: sapendo che dai nostri canali e server farm transita una mole importante di dati, i clienti stessi ci hanno chiesto di mettere a punto strumenti per analizzarli in modo adeguato. Da outsourcer per lo scambio dei dati, abbiamo fatto evolvere il nostro ruolo andando a includere l’analisi dei dati, con strumenti avanzati di business intelligence, in grado di fornire una visione in tempo reale su quanto accade nella supply chain. Un servizio che può risultare utile sia a grandi realtà strutturate, sia alle piccole o medie imprese che in larga parte compongono il settore industriale in Italia».
«Integrazione e standard non a caso sono le keywords che orientano da sempre l’attività svolta da Intesa, evolvendo di conseguenza la tecnologia utilizzata e i servizi offerti – prosegue Luigi Traverso. – Una catena produttiva e distributiva come quella del farmaco non può non basarsi sulla totale integrazione: la catena dei dati in movimento, e con essa i corrispondenti oggetti fisici, deve essere strutturata dall’inizio alla fine. Un esempio tipico è quello di un sistema TMS, un sistema che consente di controllare l’effettivo trasporto attraverso piattaforme digitali e che in questo senso si può considerare come un importante portatore di dati nel sistema aziendale. Stessi obiettivi, nuove tecnologie: per esempio posso citare le reti di IoT, dove sono gli oggetti stessi a fornire informazioni lungo la supply chain, se interrogati dagli apparati di controllo, come può essere il caso di un armadio frigorifero in una catena del freddo; o la blockchain, che permette di registrare in modo invariabile tutti i dati di tracciabilità, consegnandoli al paziente per la sua totale sicurezza».
Il ruolo di Intesa nella distribuzione farmaceutica
Con riferimento a questo settore, Intesa copre lo spettro completo dei processi di supply chain, a partire dall’industria farmaceutica o concessionari/rappresentanti ai depositari e distributori intermedi, fino ad arrivare ai vari modelli distributivi quali ad esempio DPC o Transfer Order, distribuzione diretta sui canali retail e naturalmente e-commerce. Il processo di gestione e spedizione ordini, che può risultare molto complesso in quanto composto da svariati attori con le relative funzioni (gestione ordini, pianificazione delle consegne, ricevimento merce, stoccaggio, prelievo e spedizioni, gestione del trasporto diretta o conto terzi…) può essere supportato in modalità end-to-end dalla Intesa Platform che consente appunto di gestire le criticità con una piattaforma completa di gestione e tracciabilità.
Maggiori informazioni sulle soluzioni Intesa per l’industria farmaceutica si possono trovare a questo link.