28-06-2018
Ha preso vita alla Casa di Cura San Michele di Maddaloni (CE), grazie alla collaborazione con B. Braun, il primo progetto di terapia multidisciplinare nella cura di pazienti cardiaci, il cosiddetto Heart Pathway. Si tratta di un approccio innovativo al percorso di cura che vede per la prima volta riuniti diversi specialisti in un Heart Team che prende in carico il paziente secondo l’idea del “percorso di cura” e non più del reparto ospedaliero. Secondo questa nuova logica, il paziente viene accompagnato da un team multidisciplinare che dialoga in modo integrato in tutto il percorso, dalla diagnosi della patologia fino al momento cruciale in cui il confronto tra i diversi specialisti lo candida ad un intervento percutaneo, o minivasivo, o di chirurgia tradizionale.
«La gestione della patolgia cardiaca diventa sempre più complessa e occorre affrontare il paziente in ottica integrata per identificare le scelte più efficaci» osserva Lorenzo Sovera, Direttore della Divisione Aesculap di B. Braun. «Il senso del progetto Heart Pathway che abbiamo portato avanti con gli specialisti della Casa di Cura San Michele è la ricerca continua di metodiche innovative volte ad ottimizzare sia i risultati clinici sia gli aspetti economici delle scelte terapeutiche, in un rapporto costo/efficacia performante, rispondendo così anche alle sfide della Sanità di oggi». A metà giugno per la prima volta gli specialisti dell’Heart Team, sotto la Direzione Scientifica del Prof. Ernesto Greco dell’Università La Sapienza di Roma e del Dr. Antonio De Bellis, Responsabile della Cardiochirurgia della Casa di Cura San Michele, si sono riuniti per affrontare in tre sessioni il percorso del paziente cardiaco in live surgery. Dalla malattie coronariche, alle patologie valvolari all’aterosclerosi, il team composto da Cardiochirurghi, Chirurghi Vascolari, Cardiologi Interventisti, Radiologi Interventisti, Anestesisti e Rianimatori, ha operato sui pazienti secondo la prospettiva Heart Pathway applicando metodiche anche estremamente complesse ma di grande affidabilità.
«La gestione della patolgia cardiaca diventa sempre più complessa e occorre affrontare il paziente in ottica integrata per identificare le scelte più efficaci» osserva Lorenzo Sovera, Direttore della Divisione Aesculap di B. Braun. «Il senso del progetto Heart Pathway che abbiamo portato avanti con gli specialisti della Casa di Cura San Michele è la ricerca continua di metodiche innovative volte ad ottimizzare sia i risultati clinici sia gli aspetti economici delle scelte terapeutiche, in un rapporto costo/efficacia performante, rispondendo così anche alle sfide della Sanità di oggi». A metà giugno per la prima volta gli specialisti dell’Heart Team, sotto la Direzione Scientifica del Prof. Ernesto Greco dell’Università La Sapienza di Roma e del Dr. Antonio De Bellis, Responsabile della Cardiochirurgia della Casa di Cura San Michele, si sono riuniti per affrontare in tre sessioni il percorso del paziente cardiaco in live surgery. Dalla malattie coronariche, alle patologie valvolari all’aterosclerosi, il team composto da Cardiochirurghi, Chirurghi Vascolari, Cardiologi Interventisti, Radiologi Interventisti, Anestesisti e Rianimatori, ha operato sui pazienti secondo la prospettiva Heart Pathway applicando metodiche anche estremamente complesse ma di grande affidabilità.
In Italia, come in Europa, le tecniche mininvasive in cardiochirurgia hanno una diffusione limitata, soprattutto se pensate in un’epoca in cui l’innovazione consente di impiantare, per via trans-catetere una valvola cardiaca all’interno di un vaso sanguigno, ed è in sessioni di questo tenore che si possono creare occasioni di confronto e formazione per gli specialisti. «Una sessione di live surgery dedicata alla rivascolarizzazione miocardica a cuore battente senza assistenza circolatoria effettuata con lo stabilizzatore Flex Heart ha consentito di eseguire anastomosi coronariche più velocemente e con minor impatto emodinamico» ha sottolineato il Dr. Antonio De Bellis.
«In realtà un modello simile già dovrebbe esistere nelle strutture di alta specialità in campo cardiologico, con l’istituzione del cosiddetto "Heart Team" per la fase del decision-making in relazione alla terapia della patologia valvolare e coronarica» osserva il Prof. Ernesto Greco. «Il messaggio che tuttavia noi abbiamo voluto mandare è che questo non è sufficiente a creare un vero percorso in cui il paziente con una problematica cardio-vasculare viene studiato ed indirizzato verso il trattamento ottimale da un gruppo di specialisti con competenze diverse ma sinergiche. E la base di questo è la formazione presso le Scuole di Specialità Medica di un professionista che abbia sin dall'inizio competenze terapeutiche “trasversali" che vadano dall’analisi clinico strumentale al vero atto chirurgico, passando per le procedure interventistiche ed endovascolari, e che sia padrone ed artefice delle moderne tecniche di Imaging cardiovascolare».
«L’obiettivo nel lungo termine è quello di creare un nuovo approccio alla cura del cuore. Desideriamo proseguire su questa strada e puntiamo ad un futuro in cui prenderà forma definitivamente l’Heart Team, con una nuova figura ibrida di specialista della medicina del cuore e dell’apparato circolatorio, capace di approcciare indistintamente tutti i tipi di procedura, supportato da un team interdisciplinare» concude Lorenzo Sovera.
«In realtà un modello simile già dovrebbe esistere nelle strutture di alta specialità in campo cardiologico, con l’istituzione del cosiddetto "Heart Team" per la fase del decision-making in relazione alla terapia della patologia valvolare e coronarica» osserva il Prof. Ernesto Greco. «Il messaggio che tuttavia noi abbiamo voluto mandare è che questo non è sufficiente a creare un vero percorso in cui il paziente con una problematica cardio-vasculare viene studiato ed indirizzato verso il trattamento ottimale da un gruppo di specialisti con competenze diverse ma sinergiche. E la base di questo è la formazione presso le Scuole di Specialità Medica di un professionista che abbia sin dall'inizio competenze terapeutiche “trasversali" che vadano dall’analisi clinico strumentale al vero atto chirurgico, passando per le procedure interventistiche ed endovascolari, e che sia padrone ed artefice delle moderne tecniche di Imaging cardiovascolare».
«L’obiettivo nel lungo termine è quello di creare un nuovo approccio alla cura del cuore. Desideriamo proseguire su questa strada e puntiamo ad un futuro in cui prenderà forma definitivamente l’Heart Team, con una nuova figura ibrida di specialista della medicina del cuore e dell’apparato circolatorio, capace di approcciare indistintamente tutti i tipi di procedura, supportato da un team interdisciplinare» concude Lorenzo Sovera.