07-03-2018
Si è svolto a Torino, presso l'autorevole struttura dell'A.O. Ordine Mauriziano, l'incontro intitolato “Logistica Sanitaria – Modelli organizzativi a confronto”. L'incontro ha messo l'accento sulla necessità di reinterpretare i processi sanitari alla luce del confronto con il supply chain management dell'industria: e non per forzare paralleli inesistenti quanto piuttosto per capire tutte le buone pratiche che possono essere portate in sanità per consentire alle nostre strutture di fare il meglio con le risorse a disposizione.
Voluto e organizzato dall'Azienda Ospedaliera Mauriziano di Torino, dall'Associazione Provveditori ed Economi Piemonte e Valle D'Aosta (aPe), dall'Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC) e dalla Federazione delle Associazioni Regionali Economi e Provveditori (FARE), l'evento ha proposto ai presenti tre aree di contenuto. Un inquadramento generale sulla necessità di parlare, anche in sanità, un linguaggio della gestione dei materiali, della catena del valore e dell'integrazione di tutti i passaggi, è stato offerto dal prof. Carlo Rafele, preceduto dall'introduzione e presentazione del direttore Regionale Sanità Piemonte, Renato Botti, che ha brevemente illustrato i progetti di riorganizzazione in atto nella regione Piemonte, mentre Sandra Zuzzi, presidente di FARE, ha fornito le considerazioni finali della giornata.
Voluto e organizzato dall'Azienda Ospedaliera Mauriziano di Torino, dall'Associazione Provveditori ed Economi Piemonte e Valle D'Aosta (aPe), dall'Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC) e dalla Federazione delle Associazioni Regionali Economi e Provveditori (FARE), l'evento ha proposto ai presenti tre aree di contenuto. Un inquadramento generale sulla necessità di parlare, anche in sanità, un linguaggio della gestione dei materiali, della catena del valore e dell'integrazione di tutti i passaggi, è stato offerto dal prof. Carlo Rafele, preceduto dall'introduzione e presentazione del direttore Regionale Sanità Piemonte, Renato Botti, che ha brevemente illustrato i progetti di riorganizzazione in atto nella regione Piemonte, mentre Sandra Zuzzi, presidente di FARE, ha fornito le considerazioni finali della giornata.
Sono poi seguite nella mattinata una serie di testimonianze di notevole interesse sui vari progetti di revisione dei processi in ottica di supply chain management – provenienti dalle regioni Emilia Romagna, Veneto, Umbria, Friuli Venezia Giulia e Toscana – dalle quali sono emerse, al di là dell'interesse di dettaglio che speriamo di approfondire via via sulla nostra rivista, due parole chiave: la prima certamente è quella della gestione dei materiali, la seconda però è l'idea di centralizzazione come ottica strategica per il conseguimento dei maggiori risultati, che si affianca e talvolta sovrappone all'esternalizzazione. La centralizzazione può rivolgersi a qualunque aspetto della catena, non solo alla “classica” logistica, ma anche agli acquisti, al customer service, alle fasi amministrative e così via. Da qualsiasi tipo di accentramento, purché ben calibrato sulle esigenze effettive della singola realtà – copiare è troppo riduttivo, è stato detto: meglio invece imparare – possono provenire vantaggi di efficienza, e quindi di costo, che poi si possono ribaltare come valore sull'intera offerta sanitaria. Nelle presentazioni si cita poi abbastanza frequentemente il nuovo Codice degli Appalti, talvolta come ulteriore pacchetto di vincoli da rispettare, più spesso però come contesto quadro nel quale la definizione e l'erogazione di un servizio possano esprimersi nella maggior completezza possibile.
L'affidamento a un partner esterno completa poi il percorso della riorganizzazione, e a tal fine, l'evento ha visto il sostegno delle aziende Coopservice S. coop P.A., Formula Servizi Società Cooperativa, Idealservice Società Cooperativa, Plurima SpA e Tra.Ser Srl, in veste di sponsor tecnici. Nel pomeriggio, una tavola rotonda a più voci ha completato il convegno con il punto di vista dei fornitori, che si sono rivelati capaci di cogliere pienamente le esigenze del settore sanitario, soddisfacendo e molto più spesso anticipando le richieste di questo particolare tipo di cliente. Da sottolineare, come affermato con efficacia da Giusi Cannillo, di Formula Servizi, che in questi progetti l'aspetto della partnership pubblico-privato è essenziale, e anzi, il progetto funziona e migliora nel tempo solo se nessuna delle due parti va in cerca di benefici unilaterali: l'unico miglioramento reale e duraturo è quello che si riflette su entrambe le parti.
In sintesi, un incontro di notevole interesse tecnico e scientifico che conferma come su questi temi ci sia ancora molto da dire e da apprendere, considerandoli non tanto un traguardo da raggiungere una volta per tutte per colmare chissà quale gap organizzativo, che forse non è neppure il modo giusto per leggere la sanità italiana, quanto un percorso da seguire continuamente per conseguire giorno dopo giorno tutte le possibili occasioni di miglioramento.
L'affidamento a un partner esterno completa poi il percorso della riorganizzazione, e a tal fine, l'evento ha visto il sostegno delle aziende Coopservice S. coop P.A., Formula Servizi Società Cooperativa, Idealservice Società Cooperativa, Plurima SpA e Tra.Ser Srl, in veste di sponsor tecnici. Nel pomeriggio, una tavola rotonda a più voci ha completato il convegno con il punto di vista dei fornitori, che si sono rivelati capaci di cogliere pienamente le esigenze del settore sanitario, soddisfacendo e molto più spesso anticipando le richieste di questo particolare tipo di cliente. Da sottolineare, come affermato con efficacia da Giusi Cannillo, di Formula Servizi, che in questi progetti l'aspetto della partnership pubblico-privato è essenziale, e anzi, il progetto funziona e migliora nel tempo solo se nessuna delle due parti va in cerca di benefici unilaterali: l'unico miglioramento reale e duraturo è quello che si riflette su entrambe le parti.
In sintesi, un incontro di notevole interesse tecnico e scientifico che conferma come su questi temi ci sia ancora molto da dire e da apprendere, considerandoli non tanto un traguardo da raggiungere una volta per tutte per colmare chissà quale gap organizzativo, che forse non è neppure il modo giusto per leggere la sanità italiana, quanto un percorso da seguire continuamente per conseguire giorno dopo giorno tutte le possibili occasioni di miglioramento.